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Epatite C cronica, il fumo di Cannabis è un fattore di rischio per la progressione della fibrosi


I cannabinoidi presenti nella Cannabis sativa ( marijuana ) esercitano effetti biologici mediante i recettori dei cannabinoidi CB1 e CB2.

E’ stato dimostrato che i recettori CB1 e CB2 regolano la progressione della fibrosi epatica sperimentale.

Uno studio, coordinato dal Center Hospitalier Universitarie Henri Mondor a Creteil in Francia, ha esaminato l’impatto del fumo della Cannabis sulla velocità di progressione della fibrosi nei pazienti con epatite cronica C.

Sono stati studiati 270 pazienti consecutivi con epatite cronica C, non sottoposti a trattamento.

I pazienti sono stati suddivisi in gruppi in base al non-uso di Cannabis ( 52,2% ), all’uso occasionali ( 14,8% ) o all’uso giornaliero ( 33% ).

All’analisi multivariata, sei fattori sono risultati indipendentemente correlati ad una velocità di progressione della fibrosi superiore di 0,074: impiego giornaliero della Cannabis ( OR = 3,4 ), grado di attività secondo il sistema di classificazione Metavir A2 o superiore ( OR = 5,4 ), età all’infezione virale superiore ai 40 anni ( OR = 10,5 ), genotipo virale 3 ( OR = 3,4 ), eccessiva assunzione di alcol ( OR = 2,2 ) e steatosi ( OR = 2 ).

L’uso quotidiano di Cannabis era anche un predittore indipendente di una maggiore velocità di progressione della fibrosi ( > 0,15 ) ( OR = 3,6 ).

Inoltre, l’impiego giornaliero di Cannabis era anche in grado di predire la gravità della fibrosi ( maggiore o uguale a F3 ) ( OR = 2,5 ), indipendentemente dal grado di attività secondo Metavir, dall’eccessiva assunzione di alcol, dalla steatosi e dal fumo di tabacco.

In base a questi dati, il fumo giornaliero di Cannabis è associato in modo significativo con la progressione della fibrosi durante epatite cronica C.

Hèzode C et al, Hepatology 2005; 42: 63-71

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